domenica 11 dicembre 2011

vita sul vulcano- pineta ragabo

l'Etna essendo un vulcano molto attivo che manifesta frequenti attività effusive distrugge e modella i territori circostanti. Ma attorno ad un vulcano la natura fa il suo corso e spesso anch'essa entra in contrasto c'è una pineta infatti che ancora dopo aver affrontato la colata dell'eruzione del 2002 insinuatasi all'interno di essa continua a lottare per riconquistare le terre sottratte violentemente dalle fiamme dal fiume di fuoco. Essa si trova dul versante nord del vulcano ed è possibile raggiungerla attraverso la strada mare neve da Linguaglossa. (CT).


Pineta Ragabo Etna nord ottobre del 2002


La pineta è considerata millenaria ed ha inizio ad una quota minima di 1200 metri preceduta da affascinanti boschi di querce e castagni.La pineta vera e propria  presenta pini larici di elevata altezza i più alti raggiungono altezze superi ai 60 metri. Questa affascinante dono naturale ospita il più anziano pino di tutto il vulcano chiamato "zappinazzo" . Esso si trova al di sotto del rifugio ragabo ed è possibile notare la sua presenza grazie ad un cartello di segnalazione posto sulla strada mareneve di fronte all'imboccatura di una mulattiera che conduce all'albero. Le caratteristiche riguardo questa enorme pianta sono riportate su un insegna in legno con lettere evidenziate con del colore giallo.





L'età stimata è di oltre 300 anni e la sua altezza supera i 30 metri, durante la sua storia qualche balordo ha più volte tentato di bruciarlo o di tagliarlo ma la pianta ricca di esperienze grazie agli anni trascorsi sembra essere riuscita a contenere le fiamme che la circondavano e la noncuranza della gente.




Ritornando al discorso della pineta essa ha avuto un ruolo davvero fondamentale per l'economia dei paesi circostanti soprattutto di Linguaglossa. Fino agli anni sessanta e prima che venisse proclamato ufficialmente parco naturale i pini non solo venivano sfruttati per il legname ma anche per l'estrazione della resina per produrre collanti e vernici!. Resti di questa attività sono molto evidenti ancora oggi in quanto le piante presentano gradi fenditure nella corteccia.
Addirittura in tempi molto antichi venne costruita una teleferica che agevolava il trasporto di legname dalla pineta al paese di Linguaglossa. In seguito però con l'arrivo dei mezzi moderni e per motivi sconosciuti venne abbattuta e l'unica prova che  ne dimostra la sua presenza sono foto e una strada dove sorgevano i pilastri che la sorreggevano ma che ormai la pineta sta occupando completamente.

Ma ormai il pino laricio dell'Etna anche se possedeva un grande prestigio fino agli anni 60 venne sostituito dal legno di svezia più facile da lavorare perchè meno resinoso. Ma comunque essa non ha nulla da invidiare alle pinete del nord europa anzi è un luogo unico al mondo dove rimane evidente il fascino che essa mostra tra il verde delle piante ,il nero delle colare e il bianco della neve in inverno.

Gli abitanti di Linguaglossa ancora oggi nutrono un grande rispetto verso la loro pineta   fonte di guadagno durante i periodo più bui. Essa addirittura venne salvata dagli abitanti del paese negli anni 50 che disperati vedendo bruciare la loro ricchezza a causa di qualche malvivente si gettarono con i loro mezzo di trasporto (cavalli) per domare le fiamme zappando la terra per evitare il diffondersi delle fiamme e gettando acqua dalle cisterne delle case pastorali. La disperazione della popolazione era grande  perchè consapevole del  grande rischio che correva l'economia del paese e del proprio sostentamento. Quando le fiamme vennero domante il volto della pineta mutò e la gente sentì il bisogno di aiutarla  a rivivere e ricrescere rigogliosa, insieme all'aiuto di operai calabresi che tagliavano la legna iniziarono a piantare le piante ristabilendo così  le aree distrutte. Infatti ancora oggi è presente la casa dei calabresi che non è altro che un rifugio dove essi vivevano durante le giornate di lavoro sull'Etna ma che purtroppo oggi pur essendo ancora in piedi è stato parzialmente distrutta dalla colata del'eruzione del 2002 .



Nell'ottobre del 2002 infatti mentre il fiume infuocato scendeva all'interno della pineta la gente risentì nuovamente come un tempo il  bisogno di salvare la propria pineta ma la battaglia non generò ne vinti ne vincitori infatti la lava distrusse soltanto i 2/5 del bosco grazie anche all'intervento dei vigili del fuoco, della forestale e della protezione civile che lavoravano intensamente per bloccare le fiamme generate dalla lava evitando così la distruzione di una più vasta area verde.
 Oggi osservando gli alberi distanti al massimo circa 2km dal fronte lavico è possibile notare ancora la corteccia alla base bruciata. 

 Questa volte dopo l'eruzione la gente non sentì il bisogno di piantarla nuovamente anche perchè questo è il principio naturale ed essendo un vulcano bisogna convivere anche con questo, ma la pineta non si da per vinta e sta iniziando ad espandersi al di sopra della colata che l'ha ferita fino a quando ritornerà tutto come prima in fondo è questo il principio della vita (la natura crea e distrugge o viceversa).






venerdì 9 dicembre 2011

l'Etna vulcano buono? la creazione dello stesso vulcano che salva i paesi alle sue pendici (valle del bove)

l'Etna vine considerato da molti un vulcano buono (per via delle sua attività spesso soltanto effusiva). Questa però è una considerazione sbagliata perchè al momento sembra buono ma quando sfodera la sua energia non si direbbe proprio. Come pochi sanno l'Etna durante la sua storia ha mutato le sue attività alternando periodi effusivi con attività addirittura di tipo hawaiano per passare in seguito ad attività pliniane molto pericolose (vedi Vesuvio, monte ST.Helens ecc.). Questo tipo di attività distrusse in seguito ad un imponente collasso l'apparato del trifoglietto attivo prima dell'attuale mongibello, questo enorme collasso generato dall'attività tettonica e vulcanica della zona generò l'immensa valle del bove che oggi continua a contenere instancabilmente le colate che scendono dalle pendici del vulcano.In tempi recenti solo durante l'eruzione del 1991-93 le colate riuscirono ad attraversala grazie anche al formasi di bocche effimere all'interno della val calanna.


ecco la parete sud est della valle. La colata più scura è quella dell'eruzione del 1991-93

in questa immagine computerizzata dell'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è evidente l'enorme depressione sul fianco est del vulcano.

Il collasso avvenne circa 64.000 anni fa circa e le pareti che si trovano ai suoi margini raggiungono altezze comprese tra i 4000-1000 metri.

In seguito verrà pubblicato un aggiornamento su questo argomento in quanto al momento sono molto impegnato.

giovedì 8 dicembre 2011

Tra sorprese e dolore questa è l'Etna durante l'eruzione 1971

L'Etna è un vulcano che ha sempre i suoi assi nella manica durante l'eruzione del 1971 nessuno si sarebbe aspettato che le bocche da una quota di 3000 metri sul versante sud si sarebbero propagate dopo varie fasi fino ad una quota minima di 1830 m.s.l. in prossimità del rifugio Citelli sul versante nord est del vulcano.

(foto) rifugio citelli

Questa eruzione protrattasi per 69 giorni, furono emessi 75 milioni di m3 di magma da numerose bocche distribuite quindi sia sul lato Nord-Est che su quello Sud, tra quota 3050 e quota 1800 m. Il fronte della colata uscita dalla bocca più bassa (circa a 1 km da M. Rinatu) raggiunse in un mese i 600 m s.l.m. La voragine creatasi alla quota più alta diventerà, con l'accumulo di scorie e ceneri, il cratere sommitale di Sud-Est, la cui formazione caratterizzerà l'attività successiva dell'Etna.

Cronologia dell'eruzione

Nel marzo 1971, la neve che ricopriva la cima dell'Etna cominciava a sciogliersi proprio nell'area in cui avrà inizio l'eruzione. Nello stesso tempo, il cratere di Nord-Est, che era interessato da attività esplosiva da anni, improvvisamente diventa inattivo.
Il 5 aprile, a 3000 metri di altezza, appaiono sul fianco Sud del cono sommitale due fessure lunghe circa 100 m, radiali rispetto al cratere centrale. L'eruzione inizia con una fase esplosiva lungo queste due fessure dove si formano la bocca di Vulcarolo (3050-3000 m) e la bocca dell'Osservatorio (2985-2975 m). 
"bocche eruttive del vulcarolo" sullo sfondo invece quelle dell'osservatorio

"bocca eruttiva dell'osservatorio"

L'accumulo di scorie incandescenti forma dei conetti (spatter) dalla cui base cominciano a uscire le colate di lava. 
Il 12 aprile, la lava uscita dalla fessura orientale aveva percorso 3 km verso la Valle del Bove. Quella emessa dalla frattura più occidentale andava verso Sud, urtava contro i muri dell'Osservatorio e minacciava di distruggere la stazione della funivia. I coni cresciuti sulle fratture avevano intanto raggiunto altezze di 50 e 70 m.
Il 17 aprile il flusso di lava era alto circa 5 metri e ricopriva un km2 di terreno. Il 22 aprile sopra la bocca dell'Osservatorio, a quota 3500, si apre un'altra bocca eruttiva (bocca Ovest). Il 30 aprile la colata era avanzata di 4 km e aveva distrutto l'Osservatorio, la stazione della funivia e numerosi piloni dell'impianto. Il Rifugio Sapienza, a 1990 m di quota, si salverà per poco, essendosi arrestata la colata (e l'attività delle tre bocche eruttive), il 7 maggio, a quota 2130.

Il 4 maggio, mentre la prima fase dell'eruzione si andava esaurendo, accompagnate da forti esplosioni si videro colonne di fumo levarsi a Nord-Est della Torre del Filosofo. Intorno a 3100 m di quota, un sistema di fratture si diramava dal cono centrale verso il fianco orientale con attività esplosiva da una nuova bocca (bocca Est) posta ai piedi del cono centrale, a 2915 m s.l.m.
L'interno del cono era pieno di lava e, quando questa cominciò a riversarsi all'esterno, il fianco Est venne parzialmente distrutto. Il 6 maggio il cono era alto circa 30 m e l'attività particolarmente violenta, ma durante la notte l'eruzione terminò e il giorno successivo si poteva osservare l'interno del cono due piccole bocche di circa 1 metro e mezzo di diametro sul fondo.

La sera del 7 maggio riprende l'emissione di lave da una nuova frattura che, con andamento Nord-Est, andava da 2670 a 2570 m di quota. Il 9 maggio si vedono numerosi conetti, alti circa 15 metri, in prossimità dei punti in cui la lava è sgorgata dalla fessura. Le colate si formano alla base dei coni e percorrono canali paralleli larghi circa 1 m.
Brandelli di lava lanciati ad altezze di 50 m costruivano altri 3 piccoli coni. Nella parte più bassa della fessura si formavano altri 4 conetti di scorie. L'attività esplosiva era comunque meno intensa rispetto a quella delle due fasi precedenti.
Il 10 maggio comincia a uscire lava da un terzo punto più a valle e poi ancora da un quarto. L'attività migra in direzione Est-Nord-Est seguendo la zona fratturata lunga diversi chilometri che si diparte obliquamente dal cratere centrale, vicina alla zona interessata dall'attività nel 1928. Dalla bocca eruttiva più bassa, vicina alla parte Nord della Valle del Bove (Serra del Concazze), viene emessa lava senza alcuna attività stromboliana. Questa fase eruttiva termina il 19 maggio.

La quarta fase inizia il mattino dell'11 maggio da una fessura che attraversa Serra delle Concazze e continua parallela al margine Nord-Est della Valle del Bove, a Est di 900 m rispetto a questo. A quota 1850 m, circa 1 km a Sud del rifugio Citelli, la lava cominciò a uscire senza attività esplosiva, formando 4 flussi larghi circa 1 m alla bocca. Questi scendevano da un piccolo rilievo e si riunivano in un'unica colata larga 11 m una volta alla base della collina. Il flusso si dirigeva verso Est, seguendo il fondo di una valle.
L'11 maggio una quinta bocca, 100 m più in basso, emetteva un'altra piccola colata che scendeva ad unirsi alle altre. La colata attraversava ormai una zona ricca di vegetazione e il suo percorso era punteggiato dagli alberi che prendevano fuoco. Tra le 4 bocche superiori e quella inferiore il suolo era percorso da fratture con larghezza e spostamenti verticali di circa 1 metro.
La colata di lava, con un fronte alto circa 10 m e largo 150, tagliò la strada per Citelli il 13 maggio. Il 22 maggio, dopo aver distrutto due viadotti e numerosi vigneti, il flusso si avvicina lentamente a Fornazzo e S. Alfio. Fortunatamente passerà fra i due paesi e rallenterà dopo aver percorso 7 km dalla bocca di Citelli. Il fronte, alimentato da due sole bocche, continua a muoversi lentamente fino ad arrivare, il 28 maggio, 1 km a Est di Fornazzo. L'emissione di lava termina completamente l'11 giugno.

Bocche effusive in prossimità del rifugio citelli quota 1830-1850 circa

Video che ritrae l'attività effusiva

Nel corso di queste eruzioni laterali, al cratere centrale vi era stata una insolita calma, interrotta da rare esplosioni. Il 14 maggio, sul fianco Nord-orientale del cono centrale, sopra le bocche della seconda fase, si formò una depressione sub-circolare al cui interno due bocche eruttive emettevano ceneri e blocchi di lava con continue esplosioni. 
Il 15 maggio l'attività si riduce all'emissione di fumo bianco, mentre i bordi del cratere collassano all'interno. Nel corso di questa fase non è stata osservata lava fluida e, quindi, è probabile che si sia trattato solo di emissione di gas e pezzi di lava solida fratturata dalle esplosioni.
Le violente esplosioni al nuovo cratere si ripetono il 17 e 18 e il 21 e 26 maggio, mentre dal 1 giugno riprende la tranquilla emissione di fumo bianco. A Est di questo cratere ne appariva un altro più piccolo e inattivo.

Ecco il video di uno spezzone di un documentario dal valore storico riguardo questa eruzione (da vedere assolutamente). Ecco cosa accadeva durante i giorni in cui la lava si avvicinava pericolosamente a Fornazzo e a Sant'Alfio.

Video che riassume un pò tutti gli scenari durante l'eruzione






Mappa che ritrae tutte le fasi del'eruzione del 1971. Da evidenziare come il propagarsi delle fratture eruttive coincida con la frattura eruttiva apertasi nel 1928 e come la sorgente magmatica sia migrata fino a fuoriuscire ancora più a valle.
1) apparato dell'osservatorio; 2) apparato del Vulcarolo; 3) apparato occidentale; 4) apparato orientale; 5) frattura effusiva orientale di quota 2680; 6 e 7) fratture effusive orientali di quota 1580-1540; 8) fratture effusive orientali di quota 2300; 9) fratture effusive di Contrada Serracozzo; 10) voragine di sprofondamento alla base Est del Cratere Centrale ciò l’attuale vecchio cratere di sud est.


spero di essere stato chiaro alla prossima!...



lunedì 5 dicembre 2011

Scopriamo l'Etna

Sull'Etna sono presenti moltissime stazioni di monitoraggio sismico,gravimetrico,geo-magnetico ecc.
Ma su di esso sono puntate moltissime telecamere ma la più bella è sicuramente l'immagine  che mostra l'attività del vulcano che è  possibile ammirare anche con la la presenza di copertura nuvolosa sulla sua sommità.


Sto parlando della telecamera termica posta sulla Montagnola (Etna Sud) essa mostra immagini davvero spettacolari soprattutto per quanto riguarda gli ultimi parossismi avvenuti al cratere di sud est!. 
Vi ricordo che in tutto quest'anno sono avvenuti 18 parossismi che hanno pian piano fatto crescere questo nuovo cono (nuovo cratere di sud est) fino a circa 200m dalla sua base!.



Ecco uno spettacolare fotogramma che ritrae uno dei momenti di massima intensità del parossismo avvenuto il 15 novembre 2011 dove le fontane di lava hanno raggiunto un'altezza massima di ben 800m!!.

Pesateci bene 800metri di fontana di lava sono davvero eccezionali!. Certo l'Etna in passato ha dato vita a parossismi molto più energetici di questo!. Il responsabile in questo caso fu  precisamente il cratere centrale del vulcano (voragine).

Sicuramente siete confusi su quanti crateri ospita l'Etna sulla sua sommità e pensate sono in tutto 5 fra cui uno ormai inattivo che ha deciso di far fuoriuscire il magma dalla sua base cioè il (vecchio cratere di sud est) generando così il (nuovo cratere di sud est).



Questa foto ritrae il vecchio cratere di sud est la cui ultima attività risale al 6-7 maggio 2007 e il nuovo cono di sud est nato il 6 novembre del 2009 ma che però ha mostrato la sua energia con  il suo primo parossismo il 12 Gennaio 2011 costruendo un nuovo cono (la montagna più giovane della terra).

Ed è stato proprio questo nuovo cratere quindi il protagonista di tutti gli eventi eruttivi avvenuti quest'anno fino al giorno d'oggi.

Ma anche un altro cratere si è fatto sentire dopo 10 anni di sola attività di degassamento sto parlando della bocca nuova (situata dietro il cono del vecchio cratere di sud est) nata nel 1968 che ha dato vita ad una vivace attività stromboliana iniziata l'11 luglio 2011 producendo anche una piccola colata intracraterica e finita probabilmente il 25-26 dello stesso mese.



Questo video ritrae l'attività stromboliana all'intero della bocca nuova da un piccolo cratere apertosi al suo interno. Da notare anche i suoi che emette questo tipo di attività diciamo che ti tengono sveglio!...

In seguito saranno pubblicati altri post su questo argomento! =)

Dove prima c'era il fuoco adesso c'è il ghiaccio (grotta del gelo)

l'Etna è un vulcano davvero straordinario,la natura generata e plasmata dal vulcano assume forme differenti passo dopo passo. Oggi voglio parlarvi della grotta del gelo ubicata a 2030 metri d'altitudine relativamente poco visto che ospita al suo interno un ghiacciaio considerando anche le latitudini così meridionali in cui si trova! Essa assume questo nome quindi  per via del ghiaccio tanto da essere battezzato come il ghiacciaio più a sud d'Europa!.

Sicuramente vi chiederete ma come si è formata questa grotta e come fa ad ospitare il ghiaccio?

Come ben sapete le grotte possiedono una grandissima capacità di isolamento grazie alle pareti ma in particolare le rocce laviche sono un ottimo isolante,ma c'è di più all'interno della maggior parte delle grotte etnee che non sono altro che veri e propri tunnel lavici scavati dal flusso lavico in scorrimento, presentano forti correnti fredde ed umide per via della lunghezza delle stesse cavità. Questi venti sotterranei favoriscono grazie alle rocce isolanti che rendono la grotta impenetrabile dai caldi raggi solari, alla presenza di acqua e alle temperature molto basse  fanno si che si sviluppi un vero e proprio ghiacciaio sotterraneo che un tempo arrivava quasi a superare l'entrata della caverna, ma col passare degli anni e con il progressivo aumento delle temperature il ghiaccio si è ritirato e adesso si trova confinato a 2 metri circa dall'entrata partendo da uno strato dapprima sottile fino ad arrivare ad uno  molto spesso e compatto man mano che ci si inoltra all'interno della cavità. Anche durante i periodi estivi al suo interno la temperatura non sale mai al di sopra dei -6°C, mentre quella più prossima all'imboccatura viene influenzata dagli agenti atmosferici esterni.
Durante i mesi invernali è impossibile raggiungere questa affascinate grotta a causa del manto nevoso che per la maggior parte dei mesi compre quasi totalmente il sui ingresso. 
ecco l'ingresso in inverno

La genesi è avvenuta grazie all'eruzione del 1614-24 questa eruzione considerata la più lunga in tempi storici dell'Etna iniziò nel luglio del 1614 a quota 2550m.s.l. dalle bocche eruttive (adesso chiamati monti Deserti) che si allineano lungo una frattura verso Nord-Est. Le lave di questa eruzione erano molto fluide e hanno formato una crosta superficiale liscia o corrugata da strutture plastiche (lava pahoehoe) non molto frequenti all'Etna.

lava pahoehoe

lungo la colata si formarono diversi piccoli craterini composti da brandelli di lava (hornitos) di cui due hanno assunto dimensioni davvero rilevanti.

                                                                                                  hornitos 

 Ma la particolarità di queste lave fluide è la facilità con cui formano tubi di lava solida al cui interno il materiale incandescente mantiene elevate temperature e percorre tragitti molto lunghi, fuoriuscendo a quote molto basse come vere e proprie sorgenti d'acqua attraverso delle bocche effimere (eruzioni di questo tipo risultano molto pericoloso per la popolazione in quanto le bocche possono aprirsi anche a pochi chilometri dai centri abitati come avvenuto a Zafferana Etnea nell'eruzione del 1991-93).

bocca effimera nella (val calanna) nei pressi di Zafferana Etnea  nel maggio del 1993.

Gli ingrottamenti delle lave del 1614-24 hanno lasciato vaste cavità chiamate: la grotta del gelo, e a quote inferiori le grotte dei Lamponi, del Diavolo e di Aci.
Il materiale emesso da questa attività è stato stimato in oltre 1000 milioni di di metri cubi, sparsi sopra circa 21 km². Il fronte più basso di una delle tante colate si spinse fino a 975 metri s.l.m.

Nel 1981 la grotta e il suo ghiacciaio sono stati messia a dura prova per via dell'apertura di una frattura eruttiva nelle sue vicinanze e si pensa sia stato proprio il calore generato da questa attività a ridurre il ghiacciaio.

Esistono vari itinerari che conducono alla grotta del gelo, ma sicuramente il più semplice e quello con partenza da Linguaglossa (CT) e arrivo al rifugio ragabo/brunek. Da qui occorre percorrere i primi 5 km sulla pista altomontana  dell'Etna, una comoda strada sterrata e molto suggestiva che percorre l'intero vulcano a 360° tra boschi e colate percorribile anche in bicicletta.Giunti al bivio per il rifugio Timpa Rossa, occorre abbandonare la strada sterrata ed iniziare una lunga salita lungo i basalti delle diverse colate. Il tracciato è segnalato dalla presenza di torrette di pietra, bastoni piantati sul terreno e pietre colorate con della vernice. Questo secondo tratto nel punto più ripido presenta un dislivello di oltre 400 metri su un percorso di 5 km.Complessivamente bisogna quindi percorrere circa 10 km con un dislivello totale di circa 550 metri.

Vi auguro di visitarla al più presto è un'esperienza davvero unica!! Vi consiglio di contattare una guida prima di incamminarvi in quanto risulta molto semplice perdere l'orientamento sopratutto a causa dei probabili e repentini cambiamenti atmosferici.

(foto) rifugio Timpa Rossa

Se avete bisogno di chiarimenti o informazioni sull'argomento sarò lieto di aiutarvi basta soltanto commentare ;)



Escursioni sul vulcano attivo più alto d’Europa

 Sono moltissimi i luoghi che è possibile visitare in Sicilia grazie alla sua travagliata storia e alle sue bellezze paesaggistiche, ma come molti sanno è difficile visitarla se non si ammira con i propri occhi anche solo per un istante il maestoso vulcano che ospita , che con la sua attività ha plasmato la stessa isola dando vita all’attuale forma che tutti conosciamo la trinacria. Esso insieme a Stromboli e a Vulcano (isole Eolie) è stato da sempre simbolo di grande interesse da parte delle numerose popolazioni che hanno preso il sopravvento sull’isola siciliana e che quindi hanno da sempre attribuito a questi fenomeni vulcanici leggende e miti fino a considerarli dei veri e propri dei ; ricordiamo infatti il popolo più antico che ha lasciato noi delle testimonianze cioè i greci attribuendo all'Etna il nome di "aitho" che significa bruciare considerandolo anche con il nome del monte più importante della stessa religione greca quello di Zeus Aitnàios o "Zeus Etneo", relativo al sacro Olimpo.  Anche Stromboli ricordiamo era considerato il faro del mediterraneo grazie alla sua posizione e all'attività persistente dei suoi crateri sommitali.Importante è anche Vulcano. Su questa isola la mitologia greca situava le fucine di Efesto, dio del fuoco e fabbro che aveva per aiutanti i ciclopi. Ma è il nome che i Romani hanno dato al dio, Vulcano, che è stato dato all'isola. Ed è proprio da qui che derivano i termini vulcano e vulcanismo.
  


 Ma adesso è ora di entrare nel vivo del discorso.Oggi vi porto a fare un giro lungo il versante Nord- est del vulcano qui è possibile visitare una delle tante principali attrattive di questo versante i monti Sartorius generatisi dall’attività eruttiva iniziata il 28 gennaio del 1865 e finita a giugno dello stesso anno le cui lave si estesero per circa 8 km dai loro diversi punti di  emissione,con uno spessore medio di oltre 12 metri creando così uno spettacolare paesaggio lunare rotto soltanto dalla crescita di qualche conifera (pino laricio) che forzatamente si fa strada fra le impenetrabili rocce basaltiche.



I monti Sartorius sono le classiche strutture a bottoniera(cioè strutture generate dal magma che risale lungo un’unica linea di risalita (frattura) che determina la genesi di questo tipo di attività) infatti in tutto sono 7 coni vulcanici allineati che prendono il nome dallo scienziato Sartorius Waltershausen, che fu un grande appassionato e conoscitore dell’Etna. Il terreno intorno ai coni è disseminato da bombe vulcaniche sparpagliate durante l’attività esplosiva e presentano svariate forme e grandezze. I monti raggiungono un’altezza massima di 1770 metri s.l.m. partendo da una quota minima di 1660 metri s.l.m. Arrivati in cima al monte è possibile ammirare durante le giornate più limpide  tutta la Sicilia nord orientale e le sue catene montuose, la Calabria e l’arcipelago delle Isole Eolie.

Ma durante il percorso è importante tener conto della fauna che si incontra. Infatti è possibile ammirare boschi risparmiati dalle eruzioni lungo questo versante sia di betulla aetnesis (betulla dell’Etna)che cresce solo ed esclusivamente su questo territorio e di pino laricio con la presenza anche della ginestra dell’Etna e di vari tipi di erbe e arbusti.
Questo tipo di betulla è una specie (endemica) isolata rimasta sull’Etna grazie all’ultima glaciazione e che con il passare del tempo si è adattata in base ai cambiamenti climatici del luogo per questo è unica nel suo genere.


betulla aetnesis



bosco di betulla dell'Etna


Il trampolino di lancio verso questi luoghi e il Rifugio Citelli raggiungibile da sant'Alfio o da Lingiaglossa. Sono luoghi davvero stupendi e con un fascino particolare.Ovviamente nel rispetto per l'ambiente senza deturpare nulla.


 E' sicuramente un ottima idea portare con se un binocolo per poter osservare animali presenti come molte specie di volatili e il paesaggio circostante. E' altrettanto importante curare l'abbigliamento in funzione del clima e della particolare morfologia del terreno, il vestiario dovrebbe essere comodo, tanto da consentire libertà di movimento, ma robusto per evitare graffi. Le scarpe potranno essere più o meno pesanti purché fornite di una buona suola per affrontare il terreno lavico.


 per una mappa più dettagliata e maggiori informazioni vi invito a visitare questo sito

domenica 4 dicembre 2011

Sciare sul vulcano attivo più altro d'Europa tra neve e fuoco!

Vi propongo nuovamente questo articolo reso pubblico da me già nell'altro mio blog http://vulcaniefenomeninaturali.blogspot.com/


Sciare sul vulcano attivo più altro d'Europa tra neve e fuoco!

Sull'Etna è possibile sciare per circa 4 mesi l'anno neve permettendo le stazione sciistiche partono da  una quota minima di 1800 m.s.l. (Etna nord Piano Provenzana) ad una quota massima di 2600 m.s.l.(Etna sud Rifugio Sapienza).

questa immagine rappresenta la pista chiamata "montagnola" la più alta dell'Etna (partenza da 2480 m.s.l. arrivo a 2600 m.s.l.)

Ma la cosa ancora più sorprendente è che mentre pratichi lo sci hai la possibilità di ammirare  il mare i vari comuni alle falde del vulcano, compresa ovviamente la città di Catania a sud !!. 
Mentre sul versante nord è possibile ammirare durante le giornate più limpide le isole Eolie, il golfo di Giardini Naxos, Taormina e la Calabria mentre alla tue spalle hai i crateri fumanti.

Questa immagine invece rappresenta una delle tante piste di discesa del versante nord chiamata pista "Monte Conca"


Sia sul versante nord che su quello sud sono stati ristrutturati quasi completamente gli impianti di risalita dopo le devastanti eruzioni del 2001-2002. Sul versante nord rimane da ultimare un'ultimo skilift  cioè la  pista nera di questa stazione, mentre è assicurata l'apertura dei restanti 2 skilift e della seggiovia.


Sul versante sud sarà aperta ovviamente la funivia e lo skilift della Montagnola mentre non è assicurata l'apertura dei restanti 3 impianti di risalita (eventuali aggiornamenti sulla situazione saranno pubblicati in seguito).


Le strutture sciistiche di Etna Sud è possibile raggiungerle da Nicolosi verso il rifugio sapienza, mentre a nord (Piano Provenzana) il trampolino di lancio verso la stazione è il paese di Linguaglossa . In entrambi i casi sono presenti degli ampi parcheggi. Purtroppo a Piano Provenzana ancora scarseggiano i servizi per via della ancora lenta ristrutturazione dovuta al passaggio della colata lavica nel 2002, infatti sono solo presenti un piccolo bar,servizi igenici, ovviamente noleggi di sci snowboard (ecc.) e  varie piccole strutture per l'acquisto di souvenir. Ma tutte queste pecche vengono sicuramente ripagate dalla bellezza delle piste e del luogo in cui si trovano. 


Al contrario Etna Sud offre molti più servizi ai turisti e agli sciatori dove troviamo il rifugio Sapienza,l'hotel Corsaro e diversi noleggi. Le piste però trovandosi a sud anche se beneficiano dell'elevata altitudine sono più soggette al progressivo scioglimento del manto nevoso prima rispetto al versante nord dove invece le temperature risultano più basse e in più le piste sono esposte ad un minor soleggiamento. Ma comunque le piste di Etna sud non hanno nulla da invidiare a quelle dell'altro versante hanno soltanto questo problema che però non è poi così drammatico visto che la fine della stagiona sciistica su entrambi i versanti  soprattutto negli ultimi anni si equivalgono quindi non c'è nulla da preoccuparsi, di conseguenza dovremo aspettarci  una  neve più ghiacciata a nord e più farinosa a sud. 


Ma alla fine è una questione di gusti io consiglio di provale entrambi e rimarrete sicuramente affascinati dalla bellezza dei luoghi ;)


In seguito verrà pubblicato un post più approfondito!. scusate se ci sono errori ma è stato scritto al volo! =)

l'incredibile impresa di Luca Colli in onore dei 150 dell'Unità d'Italia!

Il grande alpinista estremo Luca Colli questa estate ha segnato un record davvero speciale che secondo me non è stato reso pubblico  adeguatamente visto l'importanza dell'impresa compiuta da questo grande uomo.
Egli infatti ha unito l'Italia a suo modo....Nessuno aveva ancora compiuto un'impresa simile, egli infatti in sole 14h e 15min. ha scalato le due vette più elevate del nord e del sud Italia cioè il (Monte Bianco e l'Etna)!.
Credo che i media avevano il diritto di concentrarsi molto di più su questa grande impresa che comunque rimarrà per chi l'ha seguita nella suo piccolo un evento davvero eccezionale per celebrare l'unione di un paese e il record ci sta tutto visto che rimarrà nella storia come un'impresa unica nel suo genere !


Ecco perchè vi invito ad ammirare il video pubblicato dallo stesso alpinista grazie alla collaborazione delle guide alpine del luogo fondamentali per rendere completa la sua grande opera. Spero lo vediate in molti ne vale davvero la pena!.





Esplosioni Etna (Bocca Nuova)







Nuova attivita' eruttiva, lampo, sull'Etna. Alle 9.07 dalla 'bocca nuova' e' stata registrata una breve fase esplosiva, accompagnata da emissione di cenere. L'evento e' stato limitato nella zona sommitale del vulcano e non ha avuto alcuna ripercussione sull'attivita' dell'aeroporto di Catania Fontanarossa.

Il direttore dell'Ingv etnea Domenico Patane', parlando con i giornalisti alla presentazione a Catania della Nuova Carta Geologica dell'Etna ha spiegato: "Prima si pensava che il vulcano Etna fosse essenzialmente effusivo, invece non e' cosi': e' piu' esplosivo di quanto si pensasse".
"Grazie agli studi che hanno portato alla Nuova Carta, - ha aggiunto - abbiamo scoperto che nel Dna dell'Etna c'e' un'attivita' di tipo esplosivo: e' un esempio l'eruzione esplosiva del 122 a.C. e quello che stiamo osservando, dalla fine degli anni '90, e' una maggiore attivita' esplosiva: in particolare nel 2011 abbiamo osservato 18 episodi di fontane di lava con emissione di ceneri".