giovedì 8 dicembre 2011

Tra sorprese e dolore questa è l'Etna durante l'eruzione 1971

L'Etna è un vulcano che ha sempre i suoi assi nella manica durante l'eruzione del 1971 nessuno si sarebbe aspettato che le bocche da una quota di 3000 metri sul versante sud si sarebbero propagate dopo varie fasi fino ad una quota minima di 1830 m.s.l. in prossimità del rifugio Citelli sul versante nord est del vulcano.

(foto) rifugio citelli

Questa eruzione protrattasi per 69 giorni, furono emessi 75 milioni di m3 di magma da numerose bocche distribuite quindi sia sul lato Nord-Est che su quello Sud, tra quota 3050 e quota 1800 m. Il fronte della colata uscita dalla bocca più bassa (circa a 1 km da M. Rinatu) raggiunse in un mese i 600 m s.l.m. La voragine creatasi alla quota più alta diventerà, con l'accumulo di scorie e ceneri, il cratere sommitale di Sud-Est, la cui formazione caratterizzerà l'attività successiva dell'Etna.

Cronologia dell'eruzione

Nel marzo 1971, la neve che ricopriva la cima dell'Etna cominciava a sciogliersi proprio nell'area in cui avrà inizio l'eruzione. Nello stesso tempo, il cratere di Nord-Est, che era interessato da attività esplosiva da anni, improvvisamente diventa inattivo.
Il 5 aprile, a 3000 metri di altezza, appaiono sul fianco Sud del cono sommitale due fessure lunghe circa 100 m, radiali rispetto al cratere centrale. L'eruzione inizia con una fase esplosiva lungo queste due fessure dove si formano la bocca di Vulcarolo (3050-3000 m) e la bocca dell'Osservatorio (2985-2975 m). 
"bocche eruttive del vulcarolo" sullo sfondo invece quelle dell'osservatorio

"bocca eruttiva dell'osservatorio"

L'accumulo di scorie incandescenti forma dei conetti (spatter) dalla cui base cominciano a uscire le colate di lava. 
Il 12 aprile, la lava uscita dalla fessura orientale aveva percorso 3 km verso la Valle del Bove. Quella emessa dalla frattura più occidentale andava verso Sud, urtava contro i muri dell'Osservatorio e minacciava di distruggere la stazione della funivia. I coni cresciuti sulle fratture avevano intanto raggiunto altezze di 50 e 70 m.
Il 17 aprile il flusso di lava era alto circa 5 metri e ricopriva un km2 di terreno. Il 22 aprile sopra la bocca dell'Osservatorio, a quota 3500, si apre un'altra bocca eruttiva (bocca Ovest). Il 30 aprile la colata era avanzata di 4 km e aveva distrutto l'Osservatorio, la stazione della funivia e numerosi piloni dell'impianto. Il Rifugio Sapienza, a 1990 m di quota, si salverà per poco, essendosi arrestata la colata (e l'attività delle tre bocche eruttive), il 7 maggio, a quota 2130.

Il 4 maggio, mentre la prima fase dell'eruzione si andava esaurendo, accompagnate da forti esplosioni si videro colonne di fumo levarsi a Nord-Est della Torre del Filosofo. Intorno a 3100 m di quota, un sistema di fratture si diramava dal cono centrale verso il fianco orientale con attività esplosiva da una nuova bocca (bocca Est) posta ai piedi del cono centrale, a 2915 m s.l.m.
L'interno del cono era pieno di lava e, quando questa cominciò a riversarsi all'esterno, il fianco Est venne parzialmente distrutto. Il 6 maggio il cono era alto circa 30 m e l'attività particolarmente violenta, ma durante la notte l'eruzione terminò e il giorno successivo si poteva osservare l'interno del cono due piccole bocche di circa 1 metro e mezzo di diametro sul fondo.

La sera del 7 maggio riprende l'emissione di lave da una nuova frattura che, con andamento Nord-Est, andava da 2670 a 2570 m di quota. Il 9 maggio si vedono numerosi conetti, alti circa 15 metri, in prossimità dei punti in cui la lava è sgorgata dalla fessura. Le colate si formano alla base dei coni e percorrono canali paralleli larghi circa 1 m.
Brandelli di lava lanciati ad altezze di 50 m costruivano altri 3 piccoli coni. Nella parte più bassa della fessura si formavano altri 4 conetti di scorie. L'attività esplosiva era comunque meno intensa rispetto a quella delle due fasi precedenti.
Il 10 maggio comincia a uscire lava da un terzo punto più a valle e poi ancora da un quarto. L'attività migra in direzione Est-Nord-Est seguendo la zona fratturata lunga diversi chilometri che si diparte obliquamente dal cratere centrale, vicina alla zona interessata dall'attività nel 1928. Dalla bocca eruttiva più bassa, vicina alla parte Nord della Valle del Bove (Serra del Concazze), viene emessa lava senza alcuna attività stromboliana. Questa fase eruttiva termina il 19 maggio.

La quarta fase inizia il mattino dell'11 maggio da una fessura che attraversa Serra delle Concazze e continua parallela al margine Nord-Est della Valle del Bove, a Est di 900 m rispetto a questo. A quota 1850 m, circa 1 km a Sud del rifugio Citelli, la lava cominciò a uscire senza attività esplosiva, formando 4 flussi larghi circa 1 m alla bocca. Questi scendevano da un piccolo rilievo e si riunivano in un'unica colata larga 11 m una volta alla base della collina. Il flusso si dirigeva verso Est, seguendo il fondo di una valle.
L'11 maggio una quinta bocca, 100 m più in basso, emetteva un'altra piccola colata che scendeva ad unirsi alle altre. La colata attraversava ormai una zona ricca di vegetazione e il suo percorso era punteggiato dagli alberi che prendevano fuoco. Tra le 4 bocche superiori e quella inferiore il suolo era percorso da fratture con larghezza e spostamenti verticali di circa 1 metro.
La colata di lava, con un fronte alto circa 10 m e largo 150, tagliò la strada per Citelli il 13 maggio. Il 22 maggio, dopo aver distrutto due viadotti e numerosi vigneti, il flusso si avvicina lentamente a Fornazzo e S. Alfio. Fortunatamente passerà fra i due paesi e rallenterà dopo aver percorso 7 km dalla bocca di Citelli. Il fronte, alimentato da due sole bocche, continua a muoversi lentamente fino ad arrivare, il 28 maggio, 1 km a Est di Fornazzo. L'emissione di lava termina completamente l'11 giugno.

Bocche effusive in prossimità del rifugio citelli quota 1830-1850 circa

Video che ritrae l'attività effusiva

Nel corso di queste eruzioni laterali, al cratere centrale vi era stata una insolita calma, interrotta da rare esplosioni. Il 14 maggio, sul fianco Nord-orientale del cono centrale, sopra le bocche della seconda fase, si formò una depressione sub-circolare al cui interno due bocche eruttive emettevano ceneri e blocchi di lava con continue esplosioni. 
Il 15 maggio l'attività si riduce all'emissione di fumo bianco, mentre i bordi del cratere collassano all'interno. Nel corso di questa fase non è stata osservata lava fluida e, quindi, è probabile che si sia trattato solo di emissione di gas e pezzi di lava solida fratturata dalle esplosioni.
Le violente esplosioni al nuovo cratere si ripetono il 17 e 18 e il 21 e 26 maggio, mentre dal 1 giugno riprende la tranquilla emissione di fumo bianco. A Est di questo cratere ne appariva un altro più piccolo e inattivo.

Ecco il video di uno spezzone di un documentario dal valore storico riguardo questa eruzione (da vedere assolutamente). Ecco cosa accadeva durante i giorni in cui la lava si avvicinava pericolosamente a Fornazzo e a Sant'Alfio.

Video che riassume un pò tutti gli scenari durante l'eruzione






Mappa che ritrae tutte le fasi del'eruzione del 1971. Da evidenziare come il propagarsi delle fratture eruttive coincida con la frattura eruttiva apertasi nel 1928 e come la sorgente magmatica sia migrata fino a fuoriuscire ancora più a valle.
1) apparato dell'osservatorio; 2) apparato del Vulcarolo; 3) apparato occidentale; 4) apparato orientale; 5) frattura effusiva orientale di quota 2680; 6 e 7) fratture effusive orientali di quota 1580-1540; 8) fratture effusive orientali di quota 2300; 9) fratture effusive di Contrada Serracozzo; 10) voragine di sprofondamento alla base Est del Cratere Centrale ciò l’attuale vecchio cratere di sud est.


spero di essere stato chiaro alla prossima!...



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